Descrizione
L’allestimento interessa la navata centrale al primo piano del braccio sud del chiostro di Sant’Eustorgio occupato dal Museo Diocesano.
Si tratta di un parallelepipedo lungo circa 45 mt, largo 4,5 e alto 7, concluso da una sequenza di volte a crociera illuminate da grandi lumen tondi posti al centro delle arcate apicali.
Il tema centrale dell’esposizione è una collezione di 22 gouaches inedite sugli episodi della Bibbia, appartenenti a privati, eseguite negli anni ’30, a cui hanno fatto seguito, più di vent’anni dopo, incisioni integrate da riprese cromatiche e sculture.
La mostra è integrata da una suite di dipinti ad olio.
L’allestimento è articolato in tre parti. Una zona introduttiva, che si sviluppa per circa 15 mt, costituita da una sorta di dromos, spazio allungato, caratterizzato da un doppio sistema di pareti che ordina opere e spiegazioni preliminari. Al centro del dromos è collocata una “macchina celibe”, sorta di pendolo appeso al soffitto della navata che, dal lato verso l’ingresso, espone, sospeso nel vuoto su un grande sfondo circolare, un dipinto su fondo blu raffigurante il Re David e dall’altra una lamiera di acciaio inox specchiante, che riflette e al contempo deforma leggermente l’intero spazio espositivo successivo.
Da un lato il pendolo vuole essere un richiamo al mondo del costruttivismo e ai suoi autori, con i quali Chagall ha avuto rapporti negli anni della rivoluzione, dall’altro alle avanguardie surrealiste e cubiste della Parigi degli anni ’20 in cui Chagall ha vissuto e con le quali ha avuto molti scambi e confronti.
La parte centrale dell’ala del museo è occupata da un piccolo “edificio” che si sviluppa longitudinalmente per circa 17 mt, che raggiunge con la sua ripida copertura a capanna un’altezza di 6 mt. La copertura è a falde inclinate, che sono distanziate da un lumen di circa 40 cm di larghezza per tutta l’estensione dello spazio, Questo lungo “taglio” nella parete che riveste la copertura realizza un collegamento visivo e luminoso con il centro delle crociere del museo, col cielo di Chagall.
Questa ideale Arca, di sezione pentagonale (un richiamo al Pentateuco) contiene-protegge la suite delle gouaches, delle incisioni e alcune sculture in marmo di carrara bianco e vuol essere evocativa delle piccole sinagoghe dei villaggi rurali della Russia ottocentesca.
Le pareti dell’Arca sono articolate su due piani espositivi sfalsati: in primo piano le gouaches, Ie uniche visibili dall’ingresso dell’Arca, staccate dalle pareti e inclinate come le pagine di un libro e, all’interno di una sequenza di profonde nicchie, le incisioni, allontanate anche temporalmente. Ogni nicchia, larga 80 cm e alta 2.10 rappresenta una “porta”, che contiene una o due incisioni, in modo che il rapporto con il visitatore sia individuale, secondo l’idea di prossimità tra opere e tra opere e pubblico, che caratterizza l’insieme dell’apparato allestitivo, l’offerta di Chagall.
Le gouaches e le corrispondenti gravures sono raccolte secondo temi specifici (le storie dei Patriarchi) che insieme ricostruiscono idealmente la grande narrazione biblica. Le sculture posizionate all’interno dell’Arca sono collocate in prossimità delle gravures e delle gouaches che rappresentano i medesimi temi.
Al fine di rendere più evidente il rapporto tra le diverse opere, i supporti delle sculture sono connessi tematicamente alle pareti espositive delle gouaches da un pavimento di colore diverso che tende ad avvicinarsi il più possibile a un materiale (argento scuro), lo stesso che fa da sfondo alle gouaches all’interno delle nicchie.
L’intera struttura lignea dell’Arca “sospende” il colore (grigio opaco scuro), evidenziando solo le opere d’arte.
La parte terminale della mostra è articolata da uno spazio di pausa all’uscita dell’arca e da un sistema di quinte che raccoglie, per frammenti, un ultimo gruppo di elementi narrativi (ceramiche, sculture e incisioni).
L’autoritratto degli Uffizi, rivolto verso l’Arca, è in asse con la lamiera specchiata sospesa dal pendolo all’inizio del percorso a ricostituire un legame visivo e ideale tra l’artista, i visitatori e le sue opere.